Howden: consulenza assicurativa ai musei per proteggere l’arte

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Filippo Guerrini-Maraldi, Chairman Private Wealth di Howden

Se Andy Warhol dipingeva dei barattoli di zuppa rendendola arte, oggi c’è chi tira questi stessi barattoli sull’arte stessa. Imbrattandola.

Negli ultimi mesi il fenomeno dell’eco-vandalismo sta, purtroppo, diventando una costante sempre già diffusa in tutti i paesi. Bisogna quindi correre ai ripari. Ma come? Un’idea è arrivata dal Gruppo Howden che ha proposto di incrementare le consulenze assicurative ai musei per proteggere questi capolavori da atti vandalici.

La proposta nel dettaglio

A mettere nero su bianco l’idea è stato Filippo Guerrini-Maraldi, Chairman Private Wealth di Howden, durante un recente evento organizzato da Deloitte a Firenze presso il Palazzo Strozzi.

Secondo Guerrini-Maraldi, bisogna puntare sulla consulenza e l’expertise.

«Siamo pronti a lavorare con istituzioni e privati per rafforzare la sicurezza e sventare uno scenario penalizzante per tutti gli attori principali del mercato come per il pubblico – ha affermato il responsabile Belle Arti di Howden – con un servizio di consulenza che prevede maggiori controlli agli ingressi e sicurezza rafforzata nelle sale grazie all’impiego di tecnologia e personale».

Uno scenario preoccupante: le opere chiuse in cassaforte per sempre

Gli atti vandalici che prendono di mira l’arte potrebbero avere un effetto indesiderato: restringere o congelare la fruizione di molti capolavori della pittura al pubblico.

Perché esporre in un museo una tela dal valore milionario con il rischio che qualcuno ci butti sopra della zuppa o farina?

Se continuassero questi atti vandalici «si potrebbe verificare un fenomeno preoccupante nel mercato – paventa Guerrini-Maraldi – un vero e proprio circolo vizioso: collezionisti e musei non più disposti a correre il rischio e quadri che finiscono così in magazzino per molti anni».

I vetri proteggono, ma non del tutto

Howden non prevede polizze ad hoc per il vandalismo degli attivisti climatici, ma riconosce che quella della consulenza assicurativa sia una strada percorribile. Questo perché i vetri di protezione hanno sì evitato guasti irreparabili, ma non “danni minori”.

«I vetri sono lì per proteggere da polvere e luce ultravioletta, non certo dalla zuppa di pomodoro o altri liquidi abrasivi – ha concluso Guerrini-Maraldi – anche se l’arte in sé non viene danneggiata direttamente, i costi di pulizia per riparare una cornice e rimontare un quadro possono raggiungere le decine di migliaia di dollari».

 

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