Più della metà delle case in Italia, il 55%, è a rischio idrogeologico alto o medio-alto. Ma appena il 4,9% delle abitazioni ha un’assicurazione contro terremoti e disastri naturali.
Il tema è stato recentemente analizzato da Sauro Mostarda, CEO di Lokky, che riporta anche un altro dato del CNR: se teniamo in considerazione sia il rischio sismico sia quello idrogeologico, addirittura il 78% delle abitazioni è esposto a un rischio significativo.
E questo rende opportuna una riflessione sulle assicurazioni casa contro i disastri naturali.
Il rischio idrogeologico in Italia
Il rischio idrogeologico riguarda i pericoli che derivano dall’instabilità del suolo, oppure dei corsi d’acqua, a causa di fattori geologici, meteorologici oppure climatici.
Questo rischio è quindi strettamente collegato alle caratteristiche di un territorio, comprese le trasformazioni apportate dalle attività umane, e alle condizioni meteologiche e climatiche, in primis la pioggia.
È un rischio che evolve per ragioni naturali ma anche artificiali, perché l’uomo interviene man mano sull’ambiente, oppure perché non fa una manutenzione adeguata.
La gestione del rischio idrogeologico richiede azioni di prevenzione e monitoraggio, sia da parte delle Autorità Pubbliche sia da parte dei cittadini.
E per le famiglie e le imprese che risiedono in zone a rischio, anche basso, potrebbe essere opportuno dotarsi di una polizza assicurativa contro il rischio idrogeologico.
Un rischio in crescita
Il cambiamento climatico in atto sta portando a una maggiore frequenza delle catastrofi naturali: pensiamo alle bombe d’acqua che hanno colpito territori relativamente circoscritti, inondandoli rapidamente e causando molti danni.
Ecco alcuni dati sull’impatto del rischio idrogeologico in Italia:
- 51,8 miliardi di dollari di danni tra il 2011 e il 2021 (Report CNR-Iriss);
- 1.500 fenomeni climatici estremi in Italia dal 2010 al 2022, con 380 comuni colpiti e 279 vittime;
- +55% di fenomeni estremi nel 2022, rispetto al 2021.
Le regioni maggiormente colpite sono Lombardia, Lazio e Sicilia, seguite da Toscana, Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Puglia.
A fare i maggiori danni sono allagamenti e alluvioni, trombe d’aria, grandinate e siccità prolungata. Quest’ultima rende particolarmente asciutto il terreno, che stenta ad assorbire le piogge tanto attese, specie se torrenziali.
Perché il rischio idrogeologico è così alto in Italia
C’è poi la conformazione del territorio italiano a complicare le cose. Oltre a frane e terremoti, dobbiamo tenere conto dei vulcani attivi nel nostro Paese e dell’erosione della nostra lunghissima costa.
Polizza terremoto obbligatoria o no?
L’altissimo rischio e l’aumentare della frequenza dei disastri naturali tengono alta l’attenzione sul tema dell’obbligatorietà di una polizza casa contro i disastri naturali.
C’è infatti una ragione semplice se poche abitazioni sono assicurate contro questi rischi, anche nelle zone più esposte. Non è solo questione di cultura finanziaria.
Una polizza casa terremoto costa parecchio. C’è poca domanda sul mercato e, di conseguenza, il prezzo resta elevato. È un cane che si morde la coda: perché il costo alto scoraggia la domanda.
Ecco quindi che si pensa a un’assicurazione obbligatoria per le abitazioni. Aumentando il numero di assicurati, includendo anche chi vive in una zona a basso rischio, si riuscirebbe ad abbassare il premio medio.
Almeno secondo una simulazione di Ivass, che riguarda l’estensione a tutte le case italiane di una protezione assicurativa contro terremoti e alluvioni.
Come riporta Mostarda di Lokky, si potrebbero rimborsare i danni da terremoto con un premio annuo medio di puro rischio pari al massimo a 130 euro, nel caso di un’abitazione costruita secondo standard tradizionali e meno resistenti.
Introducendo una franchigia del 6% dei danni, il premio scenderebbe del 40%.
Ancora: rafforzando gli edifici esistenti, oppure costruendo quelli nuovi con criteri attuali, il premio di base scenderebbe di un altro 30%.
Complessivamente, considerando anche i “caricamenti commerciali” delle imprese assicurative, si arriverebbe a un premio finale medio di poco superiore a 100 euro per abitazione.
Servirebbero incentivi
Questi numeri non tengono conto di eventuali misure governative per aumentare la quota di assicurati contro il rischio idrogeologico.
In presenza di sgravi fiscali o incentivi, infatti, il costo effettivo della polizza diminuirebbe, rendendola più abbordabile anche per i nuclei famigliari con un budget ristretto.