Quattro strategie per la cybersecurity

Kaspersky lab sicurezza informatica

Formazione, sensibilizzazione, condivisione e monitoraggio. Nell’ottavo Rapporto sulla sicurezza online di ABI Lab si contano 4 parole chiave alla base delle strategie di cybersecurity delle banche, che non smettono di investire nella sicurezza.

Cybersecurity: investiti 300 milioni nel 2018

Secondo lo studio, nel 2018 sono stati investiti oltre 300 milioni di euro in cybersecurity. E quasi la totalità delle banche italiane ha in piano di continuare a investire nella sicurezza informatica o aumentare il budget dedicato: circa la metà degli istituti prevede un aumento medio (tra il 5% e il 15%) o rilevante (superiore al 15%) nei prossimi 12 mesi.

1) Formazione

Primo passo è la formazione del personale addetto alla sicurezza. Nel 2018 il 73,7% delle realtà intervistate si è dedicato a questa attività, mentre il 63,2% si è concentrato sulle risorse in filiale, per preparale ad assistere il cliente alle prese con anomalie informatiche. Rilevante anche il 52,6% che ha puntato sulla formazione in ambito back office, help desk e contact center. Il tutto tra sessioni in aula, corsi di approfondimento e news sulla sicurezza della intranet aziendale.

2) Sensibilizzazione

Per sensibilizzare invece la clientela sui rischi del cybercrime, le banche italiane hanno puntato sulla comunicazione via internet banking (è così per l’89% delle intervistate) e in filiale (67%). Ma non sono mancate anche altre iniziative, come la collaborazione con il CERTFin, progetto pubblico-privato diretto dall’ABI e dalla Banca d'Italia (come la campagna “OcchioalClic”).

3) Condivisione

Anche l’information sharing è stato poi al centro delle strategie di cybesecurity delle banche: per quasi la totalità del campione condividere tra banche informazioni tecniche sulle minacce e gli attacchi è utile per l’attività di prevenzione.

4) Monitoraggio

Quasi scontata infine l’attività di monitoraggio. L’80% delle banche si è dedicato all’analisi delle transazioni anomale disposte via internet banking; il 70% all’analisi della rete, andando a caccia di siti contraffatti; il 60% al monitoraggio dei login all’home banking; e il 50% all’analisi comportamentale dell’utente.
 

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