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UBI: banca unica e nuovo modello commerciale

UBI Banca verso la banca unica. Il nuovo piano industriale prevede una revisione del modello commerciale con il rafforzamento della multicanalità e 540 milioni di investimenti.

Sette banche in una. Migrazione completa entro metà ‘17

Entro la prima metà del 2017 le sette banche rete (Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Carime e Banca di Valle Camonica) verranno incorporate in UBI Banca, con un risparmio a regime di 80 milioni di euro lordi, oltre ai benefici fiscali per il trasferimento dei dividendi infragruppo. Questo anche grazie all’accordo con le Fondazioni per il riacquisto delle loro partecipazioni di minoranza nelle banche rete: riacquisto che avverrà tramite concambio con azioni UBI Banca di nuove emissione. La migrazione dei sistemi IT dovrebbe completarsi entro la prima parte del 2017.

UBI: Più multicanalità, nuovo modello di filiale e 280 chiusure

L’abbandono del modello federale si accompagna a un nuovo modello distributivo. La spinta sulla multicanalità porterà alla chiusura di almeno 280 filiali (di cui 130 per le sovrapposizioni territoriale legate alla nuova Banca Unica), passando da 1.529 sportelli a 1.250 entro fine 2019. 500 filiali saranno oggetto di rinnovamento, con l’introduzione di un nuovo concept: di queste, 350 saranno completamente cashless.

Nuova offerta commerciale sui segmenti

Il rilancio dell’approccio commerciale passa da un lavoro di rimodulazione dei servizi per ciascun segmento. Spazi di crescita sono stati individuati sia nel retail più classico sia nel segmento Private. Per “Persone e Famiglie”, segmento da 2,7 milioni di clienti per UBI, i nuovi bisogni emersi nel periodo di recessione saranno il primo obiettivo. In particolare per quanto riguarda la copertura pensionistica e sanitaria, ma più in generale con prodotti ad hoc per le varie fasi del ciclo di vita del cliente. L’obiettivo è incrementare la raccolta, in particolare quella indiretta, gli impieghi e la fidelizzazione del cliente.

Big data e digitalizzazione per UBI Banca

Con il cliente retail il rapporto passerà in misura crescente dai canali diretti, grazie alla digitalizzazione crescente dei processi e alla multicanalità integrata: già oggi il cliente multicanale è, in media, più redditivo per il 78% rispetto a un cliente non multicanale. Già in atto anche un progetto di advanced analytics e big data per garantire una corretta proposizione commerciale: nei primi 5 mesi del 2016 circa 15mila clienti sono stati ri-portafoliati al rialzo, nel segmento Affluent. Per l'innovazione multicanale, UBI ha previsto ulteriori 60 milioni di investimenti in innovazione, oltre ai 20 recentemente stanziati.

Rafforzamento su Affluent e private

Il focus su Affluent e Private passa soprattutto dalla attuale raccolta in forma di prestiti obbligazionari della banca: nel clima post riforma del bail-in, questa raccolta andrà gradualmente diretta verso prodotti di investimento e assicurativi. Anche grazie alla sinergia con UBI Pramerica: in vista una gamma arricchita di prodotti di investimento, consulenza evoluta, prodotti innovativi come piani di successione, piani welfare, wrapper assicurativi. La rete di consulenza sarà rinforzata con l’ingresso di nuovi private banker nella rete di 300 professionisti già attiva, mentre in IW Bank Private Investments sono previsti 200 ingressi nell’arco di Piano, che andranno ad aggiungersi agli 800 promotori già attivi.

Un rapporto ad hoc per le aziende

300mila, invece, i clienti aziende: di queste, il 40% è giudicato a basso rischio. Il nuovo modello di servizio verso il cliente azienda punta a superare la semplice negoziazione di condizioni. Il personale verrà formato per avere piena conoscenza delle dinamiche tipiche dei settori in cui le aziende operano e per valutare così in modo più completo l’imprenditore. Alcuni settori prioritari sono già stati identificati, per dare il via alla formazione di industry specialist e alla creazione in strumenti dedicati alle filiere, come reverse factoring, supporto all’export, etc.

Costo del credito in calo, 2.750 risorse in uscita, 1.100 in entrata

Negli obiettivi del piano, i proventi operativi dovrebbero passare dai 3,4 miliardi del 2015 ai 3,8 del 2020, gli oneri sono previsti in calo da 2,3 a 1,98 miliardi. Costo del credito in calo dallo 0,95% del 2015 allo 0,50% del 2020, grazie al decremento dei nuovi flussi di crediti deteriorati e alla riduzione dello stock. In uscita circa 2.750 risorse, con l’ingresso di 1.100 nuove: un ricambio generazionale accompagnato da attività della formazione, contratti più flessibili e crescita della quota di retribuzione variabile. Verrà anche creata una ReoCo (Real Estate Owned Company) a supporto della valorizzazione delle garanzie Real Estate.