Compliance

Innovare nel KYC con i CRIF Metadati

KYC di CRIF

Simone Capecchi, Executive Director di CRIF

La compliance KYC richiede processi di qualità, oltre al contenimento dei costi operativi e dei rischi reputazionali. In particolare, per la digitalizzazione e l’automazione delle verifiche antiriciclaggio i player finanziari necessitano di una piattaforma tecnologica multicountry, con una gestione integrata delle verifiche automatiche e degli approfondimenti di II livello sia su persona fisica che giuridica.

«Si fa strada inoltre nella lotta ai crimini finanziari il concetto di ‘sinergia’. In quest’ottica la piattaforma KYC deve consentire l’utilizzo e la condivisione di informazioni a livello di gruppo bancario e anche tra enti diversi, in linea con le indicazioni del regolatore che suggerisce lo scambio collaborativo di informazioni tra player per una più efficace prevenzione», spiega Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

La soluzione CRIF in ambito Know Your Customer per Intesa Sanpaolo e UniCredit

In questo contesto, la piattaforma digitale e il know your customer di CRIF sono stati scelti da Intesa Sanpaolo e UniCredit.

I due principali Gruppi bancari hanno scelto CRIF come partner per il loro percorso di collaborazione per il contrasto alla criminalità finanziaria per la raccolta e la verifica delle informazioni necessarie per i propri processi di adeguata verifica della clientela in Italia.

La soluzione as-a-service di CRIF consente di migliorare l’efficacia delle verifiche tramite analytics e dati certificati, aggiornati e di qualità, abilitando la possibilità di avere informazioni e processi digitali con un frame standard e comune.

A questa soluzione viene inoltre riconosciuto il vantaggio di un’integrazione automatica di informazioni sui privati e sulle imprese italiane e worldwide, attraverso la partnership di CRIF con il network mondiale Dun&Bradstreet.

Nello specifico, l’innovativa soluzione di CRIF consente di accelerare l’onboarding di un nuovo cliente, riducendo il lavoro manuale degli addetti alla compliance fino all’85%. Il tutto nel pieno rispetto delle normative di riferimento italiane e multi-country (AML, GDPR, ecc.).

Migliorare il transaction monitoring con il machine learning

Nel KYC alle verifiche in fase di onboarding del cliente si affianca il monitoraggio costante delle transazioni. Gli attuali processi di monitoraggio delle transazioni sono basati principalmente su una serie di regole deterministiche definite da Banca d’Italia che generano degli allarmi da verificare manualmente per determinare se vanno segnalati.

«Dalla nostra esperienza con diversi istituti si è rilevato che questo approccio genera oltre il 95% di alert falsi positivi e oltre il 50% delle segnalazioni non viene colta da tali modelli ma dagli operatori di filiale – aggiunge Capecchi. CRIF ha sviluppato una suite di modelli con tecnologie machine learning che utilizzano sia dati interni dell’istituto sia dati esterni e permettono di ridurre i falsi positivi e prioritizzare i casi inattesi o anomali rilevati dalle regole deterministiche, con un risparmio di oltre il 40% di FTE impegnati nelle attività di valutazione manuale».

Per ogni soggetto al momento dell’alert sono valutate differenti fonti informative per considerare la situazione sia a livello di storia transazionale che a livello di soggetto. Nello specifico vengono effettuate: l’analisi dei picchi di utilizzo anomalo delle transazioni, per importo e frequenza rispetto ai trend storici del soggetto; ponderazioni e cluster con un approccio statistico che consente considerazioni differenziate per tipo di soggetto esaminato; l’analisi del soggetto, oltre al comportamento transazionale, e l’analisi per la ricostruzione del network in cui opera.

«Anche nel KYC la tecnologia è un asset fondamentale ma non l’unico - conclude Capecchi. Servono dati, advanced analytics, formazione specialistica e una piattaforma, modulare e user-friendly, che motorizzi tutto ciò che può essere automatizzato e guidi anche al meglio le verifiche di II livello svolte da specialisti. Per questo, KYC e antiriciclaggio si confermano un ambito importante in cui i CRIF Metadati, come combinazione di tutti questi asset, forniscono ai player finanziari un supporto concreto e imprescindibile per l’innovazione. Non solo in Italia ma a livello europeo, dove serviamo oltre 300 top player».

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