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PayLab VIII. mPOS: il punto di forza sono le app

Con 50mila terminali attivi in Italia in meno di un anno, il mobile POS ha iniziato a farsi spazio tra gli strumenti di accettazione. Ma ciò che, nel giro di pochi mesi, è cambiato è il target di riferimento dell’mPOS: non più solo professionisti, ma esercenti evoluti, appartenenti al settore corporate. «La chiave di volta di questi strumenti, infatti, è racchiusa nelle app – chiarisce Luciano Cavazzana, Italy, Eastern Europe & Africa Managing Director di Ingenico – capaci di sostituire il gestionale di cassa, rendendo il pagamento un “di cui”. Una strategia allettante per diversi settori, come quello ad esempio delle assicurazioni, che possono gestire attraverso un’unica applicazione la vendita delle polizze e l’incasso del premio, dando un reale valore aggiunto alle aziende».

Ancora spazio per 500mila terminali

D’altronde, il bisogno di POS nelle aziende non si placa e i nuovi terminali potrebbero andare a occupare spazi ancora non coperti. «Grazie anche alla spinta normativa, che ha imposto a tutti i commercianti, oltre che ai professionisti, di dotarsi di un POS, il numero di terminali attivi sta crescendo – commenta Sergio Moggia, Direttore Generale del Consorzio Bancomat. Basti pensare che, in Italia, secondo i nostri studi, non solo i POS sono più di 1 milione e 600mila ma c’è ancora spazio almeno per altri 500mila terminali a livello nazionale, gran parte dei quali potrebbero essere mPOS».

Con le app, la banca è la componente IT delle aziende

PayLab8 Setefi ManzottiCiò che rende più appetibili gli mPOS, rispetto a quelli tradizionali, oltre al prezzo, sono le applicazioni che le aziende possono richiedere e personalizzare per le loro necessità. Una nuova strategia di vendita che alcune banche ora stanno sfruttando al meglio. «Ci stiamo sostituendo alla componente IT di queste aziende, creando delle applicazioni ad hoc a seconda delle loro esigenze – racconta Maurizio Manzotti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Setefi. A oggi abbiamo venduto più di 35mila mPOS e tutti i retailer che in precedenza non avevano un terminale ora lo stanno utilizzando a pieno ritmo: non parliamo solo di professionisti o notai, che si sono avvicinati all’mPOS solo per l’obbligo di legge, ma anche di aziende corporate, assicurative o che presentano una rete di agenti. Tramite le app possiamo limitare l’utilizzo del cartaceo concentrando tutto sul dispositivo mobile: i contratti, i pagamenti, etc. Tutto tracciato elettronicamente e collegato direttamente al back office dell’azienda».

Differenziare le app per soddisfare le aziende

PayLab8 CartaSI Sandroni RaffaeleInsomma, l’mPOS può non solo diventare un registratore di cassa più “smart”, grazie al collegamento a un tablet, ma anche un reale strumento capace di stimolare il business e trasformare il pagamento in un elemento accessorio. «L’importante è offrire delle applicazione differenziate a seconda della tipologia di business cui bisogna andare incontro – aggiunge Raffaele Sandroni, Direzione Business Development e Innovazione di CartaSi. Insieme a Ingenico non abbiamo solo creato degli mPOS multibranding, adatti a una personalizzazione nel layout, ma anche nelle applicazioni: si tratta di un servizio totalmente differente, capace di semplificare la gestione di un negozio o l’attività ordinaria di un merchant. Una strategia che ha riscosso successo, tanto che il transato medio registrato sugli mPOS è maggiore alle aspettative».

Aggredire i grandi merchant...

PayLab8 BPER ZanettiE anche chi ha distribuito lo scorso anno un numero minore di terminali rispetto alle attese, oggi è pronto a cambiare strategia, per andare incontro ai grandi merchant: indice di una maturità che ha coinvolto tutte le banche che nel 2014 hanno iniziato a vendere gli mPOS nelle loro filiali. «In sei mesi abbiamo venduto mille mPOS – commenta Fabrizio Zanetti, Responsabile Promozione Sistemi Incasso e Pagamento di BPER. A seguito del decreto le prospettive erano incoraggianti ma alla fine gli mPOS non sono riusciti a saturare l’offerta tradizionale puntando unicamente ai piccoli professionisti: ora, dunque, è il momento di spostarsi sui grandi esercenti e di fare leva sulla ampia personalizzazione delle app legate al mobile POS. Da gennaio, quindi, attiveremo dei servizi aggiuntivi, tra cui anche una applicazione targata BPER che permetterà di visualizzare una serie di informazioni utili sull’utilizzo dell’mPOS: una funzionalità che sui terminali tradizionali non avremmo mai potuto inserire».

...e guardare alla rete di agenti

PayLab8 MPS PagnottelliSulla stessa direttrice si muove anche Banca Popolare di Vicenza. «Rispetto al numero di POS tradizionali venduti, l’mPOS può sicuramente vantare qualche punto percentuale in più – precisa Giulio De Cecco, Direzione Marketing U.O. Multicanalità e Servizi Innovativi di Banca Popolare di Vicenza – ma il transato tra i piccoli professionisti a oggi registra cifre irrisorie. Una evoluzione naturale, dunque, è spostarsi verso le aziende più grandi, in particolare verso quelle che hanno una rete di agenti da gestire: sono loro, infatti, il nostro nuovo target e rappresentano la fetta di clientela che ha maggiormente richiesto il mobile POS».

Gli esercenti evoluti per gli mPOS

Inevitabilmente, chi si affaccia adesso a questo mercato ha già intuito, invece, quale sarà la giusta strategia da intraprendere: «puntare su un esercente evoluto: una azienda che abbia bisogno di una app per gestire il proprio business e che veda nello smartphone uno strumento di mobilità utile alla propria attività – chiarisce Marco Pagnottelli, Pos Central Account di Monte dei Paschi di Siena. È con questa strategia che a gennaio inizieremo a vendere gli mPOS».

L’obbligo c’è. Ma la sanzione?

PayLab8 CreVal BettiniTuttavia, non è solo una questione di app. Tante, infatti, sono le voci che si rincorrono su un tema caldo: ovvero la sanzionabilità di chi, alla fine, non si è dotato di un POS nonostante l’obbligo di legge. «Un obbligo senza un sanzione non ha spronato tutte le categorie merceologiche a dotarsi di un POS – assicura Beatrice Bettini, Responsabile Servizio Sistemi di Pagamento del Credito Valtellinese. Tuttavia la forte sensibilizzazione sul tema e le promozioni dedicate hanno portato a risultati soddisfacenti in termini di installazioni di nuovi POS e mPOS a favore della categoria commercianti e professionisti».

I rischi della mancata sanzione

PayLab8 BNL POSitivity DragoniUna linea di pensiero cui si accoda anche Gianluigi Dragoni, Direttore Commerciale di BNL POSitivity: «il rischio è che il POS diventi un soprammobile – prosegue. Nonostante il numero di mPOS venduti superi di qualche punto percentuale le previsioni, infatti, c’è la possibilità che anche chi ha già comprato un terminale non lo utilizzi e continui ad accettare pagamenti in contanti proprio in mancanza di una sanzione».

L’obbligo, sull’esercente, non funziona...

PayLab8 Sinergia MontiDinamica simile a quella registrata nel mondo delle BCC. «A fine anno avevamo installato un migliaio di mPOS – precisa Marco Monti, Direttore Area Monetica di Sinergia – e anche se nelle ultime settimane il numero di mPOS venduti è raddoppiato, la quantità di terminali mobile che non transano è maggiore a quella dei POS tradizionali. Insomma, l’obbligo non funziona per l’esercente ma forse il consumatore può diventare una guida, educandolo al pagamento elettronico».

... bisogna premiare

PayLab8 Edenred KellerIn assenza di un piano sanzionatorio, bisogna quindi trovare una strada alternativa, che vada a premiare l’utilizzo del POS e dei pagamenti elettronici. «Bisogna dare un vantaggio diretto, oltre che puntare sul valore aggiunto offerto dalle app per gli mPOS – continua Andrea Keller, Amministratore Delegato di Edenred Italia. Un esempio proviene direttamente dal mondo dei buoni pasto: con la detassazione dei buoni fino ai 7 euro in formato elettronico, l’utilizzo è cresciuto del 30% a/a. Se a questo, inoltre, aggiungiamo servizi di loyalty, come ad esempio la raccolta di coupon, e un sistema di cassa realmente integrato grazie ai nuovi mobile POS ma anche ai POS con HTML 5 di ultima generazione (come il Telium Tetra presentato a ottobre 2014 da Ingenico, NdR) sicuramente sarà più facile educare i consumatori al pagamento elettronico e convincere, di conseguenza, i merchant a utilizzare i terminali di pagamento».

La loyalty: un sistema incentivante

PayLab8 QUIGroup SirtoriEsempio lampante di quanto un programma di loyalty possa creare un ritorno positivo sull’utilizzo dei pagamenti elettronici è, ad esempio, Sconti BancoPosta, creato da QUI! Group in partnership con Poste Italiane. «Sono 30mila i merchant che hanno aderito a questo programma – afferma Giancarlo Sirtori, Chief Information Officer di QUI! Group, General Manager di Paybay. Perché dall’utilizzo della carta si ottiene un vantaggio reale e, grazie a un servizio di couponing, possiamo proporre al merchant di selezionare una serie di prodotti da promuovere ai consumatori. Non solo, abbiamo in progetto un accordo con banche e telco per virtualizzare il buono pasto direttamente nei wallet, cui aggiungere i nostri servizi di couponing e loyalty».