Il mobile payment alla sfida del proximity

Che sia finalmente arrivato il momento della war of wallets? Secondo l’edizione 2017 dell’Osservatorio Mobile Payment, è ormai aperta la grande sfida tra player per conquistare i pagamenti mobile in prossimità.

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I protagonisti della war of wallets

War of wallets che, in sostanza, sarà una competizione tra operatori piuttosto assortiti: banche, sì, ma anche produttori di smartphone, di sistemi operativi per smartphone, qualche telco ancora interessata al business, parecchi retailer. Che si distingueranno in primis per la tecnologia utilizzata: i big (Apple, Samsung, Android, buona parte delle banche) puntano sull’NFC, soprattutto dopo che la tecnologia cloud HCE ha liberato il mondo bancario dal matrimonio di interesse con gli operatori telefonici. Ma i player minori puntano ancora su QR Code e geo-localizzazione, e la stessa Alipay, wallet “monstre” cinese, sfrutta proprio l’interazione tra smartphone e un QR code visualizzato sullo schermo del POS.

Player globali e locali. E ogni mercato è a sé

A complicare ulteriormente il quadro, l’Osservatorio del Politecnico di Milano propone anche un’altra segmentazione delle iniziative in campo, basata sulla dimensione geografica. Se i player internazionali hanno le carte in regola per giocarsi la partita a livello globale (a oggi i più attivi, Apple e Samsung, sono presenti “solo” in 13 Paesi, e occorrerà vedere se i cinesi di Alipay avranno voglia di cimentarsi con la Regolamentazione UE), ogni mercato è una partita a sé, in cui scendono in campo anche attori locali (banche e telco), spesso appoggiandosi ai circuiti internazionali Visa e MasterCard.

I primi dati di Apple Pay e Samsung Pay

Chi vincerà la war of wallets? Dirlo oggi è pressoché impossibile ed è tutto da dimostrare che ci sarà un unico vincitore. Più probabile che player diversi si impongano nei vari mercati. Anche i dati di utilizzo, al momento, non aiutano molto. Per Apple Pay negli USA si registra un utilizzo tra il 12% e il 19% di utenti frequenti sul totale degli user potenziali: ma la rete di accettazione NFC americana non è ancora a livello ottimale. Anche Samsung in Corea in un anno ha registrato 100 milioni di transazioni, per un valore di 1,7 miliardi di dollari. In altri Paesi, il debutto è stato ostacolato proprio da banche e operatori locali.

Apple Pay in Italia, l’infrastruttura NFC c’è

Intanto, Apple Pay arriva in Italia in una situazione ideale: 1 POS su 2, circa 1 milione di terminali, è ormai abilitata al contactless e l’azione degli acquirer ha permesso, almeno presso i merchant maggiori, di completare la “rivoluzione” dell’orientamento del POS verso il cliente, indispensabile per semplificare il pagamento c-less e mobile. D’altronde, la migrazione del parco POS verso il contactless era un obiettivo dichiarato dai circuiti da anni.

Contactless: 7 miliardi di euro di transato 2016

Proprio il contactless è il vincitore dello scenario dei pagamenti digitali nel 2016: dopo sette anni di lavoro a livello di sistema, il 5% delle transazioni con carta è c-less (140 milioni di transazioni) per un valore di oltre 7 miliardi di euro. La previsione del PoliMI è di arrivare tra i 50 e 70 miliardi di euro di valore nel 2019.

I mobile POS verso i servizi a valore aggiunto

Lato POS, la frontiera dell’innovazione si sposta verso i mobile POS: quelli che hanno registrato almeno una transazione nel 2016 sono 85mila, con un valore del transato di 800 milioni di euro, in crescita del 75% sul 2015. Il transato medio è poco sopra i 9.500 euro. Per il mobile POS, comunque, l’avventura è appena cominciata. Come avvenuto in altri Paesi, questi terminali potrebbero essere al centro di una integrazione con sistemi di cassa smart, processi di back- e front-office per offrire una user experience innovativa ed esclusiva al cliente, in primis in settori come il Lusso, ma non solo. E c’è poi il tema degli A-POS, vale a dire i POS basati su sistema operativo Android, già quasi uno standard in Cina e in arrivo in Italia.

Dal P2P al P2B

Tornando alla war of wallets, c’è anche un altro importante player da tenere in considerazione: i servizi di invio denaro in real time nati dal P2P. E che sono prontissimi al debutto nel P2B, abilitando un nuovo modo di pagare il merchant con commissioni ridotte rispetto ai circuiti di pagamento. Satispay ci sta lavorando da tempo, ma nel 2017 nel gioco entreranno anche soluzioni più di sistema come Jiffy (Intesa Sanpaolo lancerà a breve il P2B, insieme ad altre banche) e ZAC di ICBPI. Ma anche iniziative di singole banche (Chat&Cash, Tinaba, Hype), senza dimenticare la funzione P2P di un gigante del prepagato come Postepay. Il mobile P2P nel 2016 ha totalizzato 20 milioni di euro di transato ma saranno probabilmente i prossimi due anni a mostrare se l’invio di denaro via app sarà o meno un protagonista della war of wallets.

Quadro stabile nei pagamenti remoti

Molto più definito, invece, lo scenario nei pagamenti mobile remoti, con una focalizzazione sul trasporto pubblico locale e sul mondo della mobilità con parcheggi, taxi, car sharing. Mentre il mobile commerce può contare su una certa esperienza degli esercenti nella costruzione di una customer experience a misura di smartphone. Al punto che ogni 3 dollari spesi con PayPal, 1 passa da uno smartphone.