MasterCard: 4 trend (+1) per il futuro dei pagamenti

Il futuro dei pagamenti va verso convergenza, contactless, biometria e collaborazione tra player. Chris Kangas, Head of Contactless Payments in Europe di MasterCard, ha fatto il punto sulla evoluzione degli strumenti di pagamento digitali e sui trend dei prossimi anni. A cui noi di AziendaBanca ne aggiungiamo uno: quanti wallet possono sopravvivere?

MasterCard touchID 400

1. Mobile e proximity convergono

Il primo tema è la convergenza tra remote e proximity. Con la crescente diffusione di MasterPass per il commercio elettronico il tema di una nuova user experience capace di rispondere alle richieste di semplicità e sicurezza da parte dei consumatori si diffonderà anche ai pagamenti in presenza. Al momento MasterPass è disponibile per i clienti Intesa Sanpaolo, BP Milano, BNL, Monte dei Paschi di Siena, Banca Generali e Findomestic, mentre lato merchant Setefi ha convenzionato i siti di Alitalia, NTV e Sea Aeroporti. Ma con le medesime credenziali si potrebbe pagare da dispositivo mobile anche in negozio, utilizzando i POS contactless ed NFC.

2. L'affermazione del contactless (e dell'NFC)

E proprio il contactless è un altro pilastro del futuro dei pagamenti secondo MasterCard. Il filone NFC/c-less non è certo una novità, ma è opinione diffusa che la scelta di Apple di adottare questa tecnologia abbia rappresentato la conferma definitiva che lo standard per i pagamenti del futuro sarà proprio l’NFC. Intanto, però, resta da implementare tutta la struttura per i pagamenti contactless: ormai le nuove emissioni di carte e le nuove installazioni di POS sono tutte c-less e MasterCard punta alla conversione dell’intero parco POS entro la fine del 2016 e di tutte le carte in circolazione entro fine 2017. Si tratterà, poi, di far pagare i consumatori in questo modo: e potrebbero fare scuola i casi dell’Australia e della Repubblica Ceca, in cui sono contactless rispettivamente il 69% e il 58% di tutte le transazioni di MasterCard.

3. La biometria per chi non ama il PIN (o non lo ricorda)

Terzo: la biometria. Bisognerà aspettare probabilmente il 2016, ma la biometria incomincerà a diventare mainstream per l’identificazione nei pagamenti. E non solo la lettura dell’impronta digitale modello Apple Pay: anche l’utilizzo della voce dovrebbe incontrare il favore della clientela, anche perché sono diverse le app di mobile banking che ne fanno già uso. Una sinergia tra diversi servizi finanziari che potrebbe fare da volano alla accettazione di queste nuove modalità di identificazione.

4. Collaborare rende più che competere

Quarto: la collaborazione. Anche la “rivoluzionaria” Apple Pay è dovuta passare dai circuiti. La soluzione si basa infatti sulle product specification fornite da MasterCard, Visa etc., permettendo al cliente di portare le proprie carte sulla applicazione. Allo stesso modo, anche la tokenizzazione è avvenuta rispettando le indicazioni dei circuiti: quel codice che identifica l’associazione tra carta e smartphone, e che rende difficoltoso “clonare” la carta e utilizzarla con un altro dispositivo mobile, è sempre parte di una collaborazione con la realtà pre-esistenti, in questo caso banche e circuiti, che incomincia a diventare un leit motiv nello scenario dei pagamenti.

5. Chi combatterà la "guerra dei wallet" (se non hanno già vinto Apple e Android)

Quinto e ultimo punto: quanti wallet avremo? Kangas, in realtà, si è limitato a raccontare che ogni giorno, nel mondo, viene attivato 1 milione di device Android. E che ormai il mercato dei sistemi operativi è ben delineato e difficilmente scalabile: Android (78%) e iOS (18,3%) dominano, dividendosi il mercato non tanto dal punto di vista quantitativo quanto come capacità di innovazione, di proporsi come una alternativa valida l’uno all’altro e di raccogliere un elevato numero di clienti il primo e una fetta importante della fascia alta del mercato il secondo. Altri competitor, al momento, non sembrano essere credibili. Sforzi di comunicazione a parte, Windows resta inchiodata al 2,7% e non può sfruttare lo stesso ecosistema di programmatori, app e funzionalità degli altri due. BlackBerry è sullo 0,3% dei device e dovrà valutare come gestire la ex posizione forte nel segmento business. Gli altri, tutti insieme, non superano lo 0,7%.

Se ciascuno dei due sistemi operativi maggiori è intenzionato a creare un proprio wallet, privativo quello di Apple e più customizzabile quello Android, vuole forse dire che la “war of wallets” è già finita? Due competitor mondiali più qualche player locale legato a banche nazionali? O forse la competizione sarà tra NFC/c-less da una parte e altre soluzioni, ad esempio quelle basate sul bonifico real time come il P2P che tutte le banche stanno adottando?