Housers. Il PropTech prende piede in Italia

Housers Milano

Housers muove i primi passi in Italia. Sbarcata da tre mesi nel nostro Paese, la piattaforma spagnola “crowd” per gli investimenti immobiliari raggiunge la quota di un milione di euro investiti in 4 immobili.

Housers: l’investimento nel mattone è “crowd”

PropTech (neologismo che fonde Property e Technology) nata nel 2015, Housers permette a chiunque di contribuire, con una soglia minima di 50 euro, a una sorta di "investimento crowd" in immobili. Ogni immobile in cui si investe viene messo a reddito e rivenduto dopo la riqualificazione, promettendo un ritorno sul capitale grazie alle rendite dell'affitto o della vendita.

Come funziona Housers?

Il primo passo è registrarsi e aprire il “conto” su cui versare tramite bonifico bancario le somme da investire su Housers. A quel punto si sceglie la tipologia di investimento che si preferisce in base al rischio, il tasso di rendimento e la durata. Il rischio è maggiore sugli immobili che poi verranno acquistati, ristrutturati e/o rivenduti, mentre investire in immobili da affittare sembrerebbe la scelta più cauta.

Un investimento diversificato

Housers mette in contatto gli investitori, privati o aziende, con società immobiliari terze, che ricevono così un prestito e in alcuni casi acquistano e gestiscono gli immobili selezionati da Housers, in altri presentato dei progetti propri. Come su una piattaforma di lending crowdfunding, i prestiti sono a tasso fisso a breve o medio termine (12-36 mesi) e permettono un rendimento mensile predefinito. L’immobile fa da garanzia del prestito e alla scadenza l’utente recupera il suo investimento. In questo modo è possibile diversificare il proprio portafoglio frammentando il rischio su diversi immobili e diversi mercati. Di recente è stata lanciata anche una funzione che valuta il grado di diversificazione di ogni utente.

 

In foto Giovanni Buono, CEO Housers Italia, e Tono Brusola, Fondatore Housers Spagna

I numeri di Housers

Nei primi tre mesi di vita in Italia Housers ha ricevuto da oltre mille utenti di 90 differenti nazionalità quasi un milione di euro, tutti investiti in immobili di aree molto dinamiche di Milano (Bocconi, Bovisa, Bicocca e Sempione). E nel nostro Paese siamo ancora gli inizi: a livello globale la piattaforma conta già 70mila utenti di 114 nazionalità (l'ultimo mercato raggiunto è il Portogallo), oltre 31 milioni di euro finanziati e 167 immobili. Housers ha inoltre distribuito più di 1,5 milioni di euro tra capitale principale investito e ricavi, con rendimenti netti annualizzati tra l'8% e il 10% in media. Ora l'obiettivo è raggiungere un aumento di capitale da 3 milioni di euro e 500mila utenti nei prossimi due anni, anche per sostenere i nuovi progetti, come il lancio dell'app e l'integrazione della blockchain a livello tecnologico. Per questo Housers ha aperto una raccolta di equity crowdfunding via Crowdcube UK, piattaforma inglese per gli investimenti crowd.

Il crowdinvesting immobiliare in Italia

Ma una piattaforma di questo tipo può davvero funzionare in Italia? Le potenzialità ci sono tutte e le stime sul crowdinvesting immobiliare parlano di un giro d’affari di 15 milioni di euro per l’anno prossimo. Del resto l’investimento nel mattone rimane l’investimento sicuro per antonomasia. Inoltre il mercato appare in forte ripresa. Resta da vedere se le regolamentazioni e la fiscalità a lungo andare non possano diventare un ostacolo e se gli italiani sono davvero così aperti al FinTech. Quello che è certo è che il binomio finanza e tecnologia ha messo il piede sull’acceleratore e il nostro Paese è sulla buona strada per raggiungere i risultati del FinTech all’estero.

Articolo aggiornato il 3/10/2017