Good Banks e le altre: le novità di agosto

Niente pacchetto per le good banks. Dopo la fumata nera della prima fase, con il rifiuto per le offerte presentate dai fondi di investimento, il destino delle quattro banche salvate torna alle singole offerte.
Good Banks: cosa è successo ad agosto

Seconda tornata di offerta

Per (nuova) Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti (e per i loro 6.200 dipendenti) l’attesa continua. Dopo mesi in cui un acquisto a pacchetto sembrava l’unica ipotesi percorribile, a inizio agosto 2016 la marcia indietro: i fondi (in testa Apollo e Lone Star, mentre la compagnia riassicurativa Barents si sarebbe proposta per le sole compagnie assicurative di Banca Etruria) non avrebbero offerto abbastanza nella prima tornata. Ma sarebbero tornate in campo in questa seconda fase.

Il problema? Rientrare nei costi

La questione è innanzitutto di soldi. Il salvataggio delle good banks è costato al sistema bancario 1,6 miliardi: una cifra criticata e discussa per diverse ragioni, compresa la valutazione dei crediti in pancia alle quattro banche, ma che comunque deve essere recuperata con la vendita. La differenza, nel caso, ce la metterà il Fondo Interbancario di tutela dei depositi. Sempre le banche, insomma.

Chi c’è in lizza

Anche da qui la bocciatura delle offerte dei fondi. Dalle offerte per le singole banche, invece, si potrebbero ricavare più fondi, almeno 200 milioni in più. Per Carife si fa il nome di UBI Banca, per Carichieti, come prevedibile, della Banca Popolare di Bari, per Banca Marche e Banca Etruria l’ipotesi più gettonata dai giornali è BPER. Che ha più volte smentito l’interessamento alle due banche (mesi fa, BPER era ritenuta tra le prime offerenti per la vicina di casa Cassa di Risparmio di Ferrara). Più sfumata la posizione di Cariparma Crédit Agricole e non mancano le indiscrezioni su BNL BNP Paribas: una nuova fase di shopping francese, insomma.

Stress test e fondi di investimento

Merito anche degli stress test di fine luglio, il cui buon risultato ha permesso alle nostre banche di togliersi un peso e di valutare nuove operazioni. Una decisione definitiva dovrebbe arrivare entro il 30 settembre, ma oggi quella scadenza non sembra più così improrogabile come mesi fa. Anche perché è probabile che i fondi di investimento abbiano tentato un rilancio. A cominciare da Lone Star e Apollo, che nel frattempo continua il contrasto con il nuovo CdA di Banca Carige a colpi di richieste di danni.

Le popolari venete e MPS

Anche per le altre banche in difficoltà l’agosto del 2016 è stato un mese di attesa. Per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca si parla con maggiore frequenza di una fusione: ipotesi che piace poco ai sindacati, anche per l’evidente sovrapposizione territoriale dei due istituti. Ma forse ormai il tempo per trovare soluzioni diverse è passato. Si dovrà attendere fino a metà settembre 2016 per il “piano McKinsey”, cioè il nuovo piano industriale di Monte dei Paschi di Siena.

Il futuro di Unipol Banca

Più tranquilla la situazione in Unipol Banca: il Gruppo Unipol, in occasione della relazione semestrale, ha confermato la volontà strategica di fare confluire la Banca in un Gruppo di grandi dimensioni, senza esserne azionista di riferimento.