Cassa Centrale: aumento riuscito, obiettivo 117 adesioni

Cassa centrale banca

Cassa Centrale Banca ha completato l'aumento. Centrato l'obiettivo del miliardo di capitale richiesto dalla riforma delle BCC, il secondo polo prende forma. E sembra piuttosto grande.

Almeno 100 adesioni

I numeri sulle adesioni complessive al progetto di Cassa Centrale sono ancora provvisori. Non solo perché le singole banche cooperative hanno tempo fino all'Assemblea di approvazione del bilancio 2016 (e quindi, indicativamente, alla fine di maggio 2017) per decidere a quale Capogruppo aderire. Ma anche perché i cantieri di fusione in corso rendono piuttosto ballerini i numeri: oggi hanno scelto Cassa Centrale Banca in 100, ma il numero si riduce a 91 per via delle fusioni. L'obiettivo è di arrivare a 111 (103 post fusioni) ma non si esclude un risultato ancora migliore: molte BCC non si sono espresse e in alcuni casi si tratta di banche importanti per dimensioni, masse, territori presidiati e qualità.

Un Gruppo da 62 miliardi di raccolta

Numeri che sembravano lontani lo scorso ottobre, alla presentazione del progetto di Cassa Centrale. E che porterebbe la nuova realtà (si chiamerà Credito Cooperativo Italiano) a diventare la 7a banca italiana con 67 miliardi di masse, 62 miliardi di raccolta, 40 miliardi di impieghi e una presenza capillare, da nord a sud, in pressoché tutte le regioni tranne la Sardegna (dove è attiva solo la BCC di Arborea).

La riforma? Un successo

Fatto importante: intorno a Cassa Centrale si aggregherebbe più di un terzo del mondo cooperativo. Un risultato importante e forse insperato. «La riforma delle BCC è comunque un successo - commenta Mario Sartori, Direttore Generale di Cassa Centrale Banca - perché ha portato a una struttura ordinata, con un piccolo gruppo provinciale (le Raiffeisen sudtirolesi, NdR) e due gruppi nazionali. Credo sia un risultato ottimo. Da parte nostra, riteniamo che sia importante salvaguardare l'autonomia operativa delle banche virtuose, nel rispetto delle regole portate dalla riforma: le nostre elaborazioni mostrano la qualità del credito delle banche che hanno aderito al nostro gruppo, anche in scenari di stress. Lavoreremo anche noi sui NPL, ma ci sentiamo solidi sul tema».

Insieme a Iccrea in BCE

Archiviato l'obiettivo dell'aumento di capitale, per Cassa Centrale si apre ora una nuova fase, in cui sarà per la prima volta in rapporto diretto con la Banca Centrale Europea. E in cui andrà ridefinito il rapporto con Iccrea Banca e Federcasse. «Riorganizzarci in due gruppi ha rappresentato una fase importante - afferma il Presidente Giorgio Fracalossi - ora dobbiamo confrontarci con un mondo esterno che ci guarda. Finora abbiamo parlato con Banca d'Italia, presto saremo vigilati direttamente dalla BCE. Credo che il credito cooperativo italiano dovrebbe presentarsi unitariamente a Francoforte, rafforzando l'immagine di sistema in questa nuova fase. Dobbiamo parlare di autonomia responsabile, di legame con il territorio: per farci sentire dobbiamo portare questa visione in BCE insieme».